Lo stress da Compassione, la compassion fatigue

Se lavori in una professione di aiuto, avrai sicuramente vissuto situazioni emotivamente difficili, dove sei stato in contatto con persone che soffrono per eventi traumatici o critici.

Anche se non hai vissuto l’evento in prima persona, l’impatto emotivo può essere molto forte e questo può portare a una condizione psicologica chiamata Compassion Fatigue.

La Compassion Fatigue è un’esperienza comune per coloro che lavorano in professioni di aiuto come infermieri, medici, assistenti sociali, psicologi e terapeuti.

La condizione si verifica quando l’operatore non riesce più a tollerare l’impatto emotivo di assistere le persone in grave difficoltà. In sostanza, si tratta di un trauma secondario in cui l’operatore non ha vissuto l’evento in prima persona, ma sperimenta l’impatto emotivo di occuparsi di una persona in grande sofferenza o anche di animali.

Il termine “Compassion Fatigue” è stato coniato nel 1992 da Carla Joinson, un’infermiera che lavorava in un centro per il trapianto del midollo, ed è stato inserito nell’Oxford English Dictionary nel 2002.

Altre definizioni per questa condizione includono vittimizzazione secondaria, traumatizzazione viaria e stress traumatico secondario.

Non confondere la Compassion Fatigue con il Burnout, che riguarda una situazione di spossatezza, logoramento e insoddisfazione nel proprio lavoro dovuto alla percezione di un carico eccessivo per un lungo periodo di tempo. La Sindrome da Burnout, quindi, può colpire indipendentemente dall’esposizione ad eventi traumatici.

È importante riconoscere i sintomi della Compassion Fatigue fin dai primi stadi poiché, spesso, la persona che vive questa condizione è l’ultima a rendersene conto.

I sintomi possono includere un umore depresso, distacco emotivo, ossessione per i dettagli, paura, depressione, evitamento, senso di impotenza e disperazione.

Ci sono diversi fattori che possono facilitare l’insorgenza e la gravità della Compassion Fatigue, come la mancanza di valutazione psicoattitudinale adeguata al reclutamento, l’assenza di formazione, l’idealizzazione del lavoro, l’empatia ed entusiasmo e la storia personale.

Se lavori in una professione di aiuto, è importante prestare attenzione alla tua salute mentale ed emotiva e prendere misure preventive per evitare di arrivare alla Compassion Fatigue.

Ci sono molte strategie che puoi adottare, come la gestione dello stress, l’equilibrio tra lavoro e vita privata, la cura di sé, la meditazione e la pratica di attività rilassanti.

Ricorda, il tuo lavoro è importante e il tuo aiuto può fare la differenza nella vita di molte persone. Ma devi prenderti cura di te stesso per poter continuare ad aiutare gli altri.

 

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